Schede e approfondimenti

Principio di responsabilità e di prudenza

La riflessione di Hans Jonas(1903 –1993), filosofo tedesco di origine ebraica, è divenuta centrale nell’elaborazione di una nuova etica.

L’etica tradizionale, secondo Jonas, era basata sul soggetto, interessata alle sorti dell’uomo più che della biosfera, segnata da una visione ristretta delle conseguenze delle azioni umane.

A suo giudizio le etiche tradizionali sono inadeguate alle nuove sfide che mettono in gioco la sopravvivenza della specie umana e dell’ecosistema.

 

Un’etica adeguata, secondo Jonas, dovrebbe avere nuovi caratteri:

La natura come responsabilità umana

“La natura dell’agire umano –scrive – si è di fatto modificata e un oggetto di ordine completamente nuovo, nientemeno che l’intera biosfera del pianeta, si è aggiunto al novero delle cose per cui dobbiamo essere responsabili, in quanto su di esso abbiamo potere. […] La natura come responsabilità umana è certamente una novità sulla quale la teoria etica deve riflettere” (Il principio responsabilità,  p.10)

 

Un’etica della previsione

La tecnologia attuale, in particolare quando genera pericoli di distruzione della biosfera e di manipolazione del genoma umano, impone all’etica, in modo del tutto nuovo per dimensione e portata, di prevedere le conseguenze remote delle scelte umane.

Etica dell’agire collettivo e cumulativo

Occorre considerare il carattere cumulativo degli effetti: essi si addizionano in modo tale che la condizione delle azioni e delle scelte successive non è più uguale a quella dell’agente iniziale, ma risulta diversa da essa in misura crescente ed è sempre di più il risultato di ciò che già è stato fatto.

 

Etica della rappresentanza del futuro nel presente

Occorre tutelare chi – natura e posteri – non ha voce nel presente. Oggi soltanto gli interessi presentiacquistano voce, facendo valere il proprio peso ed esigendo considerazione. Ma il “futuro” non è rappresentato in nessun organo collegiale né è una forza che possa gettare il proprio peso sulla bilancia.

 

Da questa visione dell’etica derivano due principi.

 

1. Il principio di prudenza

Nella situazione specifica della sfida tecnologica e ambientale, in cui la previsione negativa è l’autodistruzione dell’umanità e la cancellazione della vita, va adottato un principio di prudenza: nelle scelte che possono avere esiti apocalittici, si deve attribuire alla previsione di sventura un peso maggiore che non alla previsione di salvezza. L’immensità dell’effetto negativo esalta infinitamente la pur minima probabilità del suo accadere.

Tale norma si fonda nel seguente principio etico “non si deve mai fare dell’esistenza o dell’essenza dell’uomo globalmente inteso una posta in gioco nelle scommesse dell’agire(Principio responsabilità p.47)

 

2. Il principio responsabilità

All’origine dell’idea di responsabilità sta un comportamento altruistico, di cui la natura ci offre un unico esempio nel rapporto tra genitore e figlio.

Il principio di responsabilità rivolto al futuro non appartiene alla sfera tradizionale dei diritti e doveri; questi infatti sono fondati sulla reciprocità: il mio diritto diventa per l’altro un dovere e viceversa. Ma chi non è ancora (il futuro, i posteri) non può essere soggetto di diritti (cfr. idem, p.49).

 

 

Pertanto il principio di responsabilità verso il futuro suona così: “Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra”(idem, p.16). Oppure, in una formulazione negativa:“Agisci in modo che le conseguenze della tua azione non distruggano la possibilità futura di tale vita” (idem, p.16).

 

  1. JONAS, Das Prinzip Verantwortung, Frankfurt am Main 1979, tr. it. Il principio responsabilità, Einaudi Torino 1993².