Schede e approfondimenti
La crisi finanziaria del 2008 nella cinematografia
Fonte: wired.it
La grande scommessa (2016)
La crisi economica globale innescata dal crollo del mercato immobiliare statunitense ha generato una serie di riflessioni su grande schermo che hanno spaziato da lungometraggi per cinema e tv a documentari, quest’ultimo forse il formato più in sintonia con eventi che hanno inflazionato stampa, talk-show e telegiornali e di cui ancora oggi il sistema economico globale subisce i deleteri effetti collaterali.
The wolf of Wall Street ( 2013)
Un film che ha a che fare con questa crisi anche se è ambientato negli anni 80’ 90’, apprendista broker a Wall Street sotto la guida dell’eccentrico Mark Hanna. È quest’ultimo che lo introduce a uno stile di vita esagerato basato sul sesso e sull’assunzione di droghe di ogni tipo per aiutare la mente a raggiungere importanti risultati. Jordan impara anche a compiere azioni disoneste che gli consentono di guadagnare molti soldi, e ben presto ottiene la licenza di broker. Il giorno stesso della sua assunzione alla Rothschild si verifica un improvviso crollo della borsa, il cosiddetto “lunedì nero”, causando il fallimento dell’azienda e, di conseguenza, il suo immediato licenziamento.
Per assecondare il suo sogno di diventare milionario, la moglie Teresa lo indirizza allora verso un modestissimo call center che si occupa della vendita di azioni quotate pochissimo. Grazie al suo stile aggressivo Jordan riesce ben presto a tornare in carreggiata e a riprendere la sua carriera di broker, ottenendo guadagni sempre maggiori.
Wall Street: Money Never Sleeps (2010)
È l’aggiornamento del classico del 1987 agli anni della crisi economica. Gordon Gekko esce di galera e trova un sistema finanziario completamente diverso ma ugualmente marcio, troverà un nuovo pupillo ma le cose finiranno diversamente.
Mentre racconta una delle trame più cretine della sua carriera Oliver Stonetrova però il tempo di mettere il suo storico antagonista a contatto con la realtà finanziaria di questi anni e in un certo senso raccontarne il marcio.
Tra le nuvole (2009)
Gorge Clooney è un tagliatore di teste, di lavoro si reca nelle società e licenzia le persone per conto dei capi. Nel film le molte persone a cui fa il letale discorso, quello che lui è bravo a recitare perché è il suo lavoro, non sono attori, sono vere persone che hanno perso il lavoro in quella medesima maniera, congedati da uno sconosciuto per conto della società per cui lavoravano.
Era passato un anno dalla tragedia del fallimento della Lehman Brothers e già Jason Reitman era sul pezzo.
Capitalism: A Love Story (2009)
L’immancabile documentario di Michael Moore arriva con tutto il suo peso a trarre una considerazione più generale ancora, più alta di qualsiasi contingenza. La grande crisi finanziaria è per Moore il momento buono per dire quello che in America non si può dire: che forse il capitalismo come lo intende quel paese non va proprio bene.
Il teorema della crisi (2014)
La storia vera di Martin Armstrong in un documentario che retrospettivamente guarda a ciò che è successo. Armstrong è un economista che da anni è in possesso di un modello finanziario a suo dire in grado di prevedere gli scenari economici. Per questo motivo è stato soggetto a persecuzione e maltrattamenti da parte dello stato americano (si è sempre rifiutato di consegnarlo). Incarcerato, mantenuto a lungo in galera in attesa di processo, è stato vittima di un’odissea infinita solo perché sapeva prevedere quel che sarebbe successo.
I Love Shopping (2009)
Tratto dall’omonimo romanzo il film del 2009 metteva in metafora quel che stava accadendo con una pregnanza rara. La commedia leggerissima raccontava di una maniaca dello shopping che arriva a spendere soldi che non ha, finendo indebitata e quindi in crisi. Attraverso questo metaforone quel che veniva messo in scena era il più grande scenario americano di quegli anni (il film esce nel 2009, il che significa che è stato scritto e girato prima del fallimento delle banche d’investimento).
The Company Men (2010)
Senza fare nomi e cognomi ma lavorando di metafora The Company Menracconta cosa accade quando tutto crolla. Manager e agenti ricchissimi si trovano sul lastrico, licenziati da un giorno all’altro. Invece che fare un racconto dei fatti e degli eventi, questo film preferisce fare un racconto sentimentale che metta in scena non tanto quel che accade ma quali sono i sentimenti in ballo durante una crisi.
The Flaw (2011)
Documentario di rara precisione realizzato con l’obiettivo di mostrare la cause e gli effetti. Circa tre anni dopo la grande crisi, David Sington gira una disamina inappuntabile di tutte le motivazioni, le persone, le idee e le ragioni del crollo.
La tesi di fondo la si legge già nel titolo, è quella cioè di un sistema fallato, uno che era destinato a scoppiare e che è destinato a scoppiare di nuovo in futuro, ciclicamente.
Margin Call (2011)
È stato uno dei primi film in assoluto a potersi fregiare di prendere di petto gli eventi della crisi. Margin call si svolge in 24 ore dentro una grande banca di investimenti come Lehman Brothers o le altre che sono fallite (ma con un altro nome) e cerca di mettere in scena in maniera drammaturgica quel che può essere successo. Tutta una giornata nel giorno più lungo, quello in cui sembra che ogni cosa debba finire. Lo scopo ovviamente era cercare di fare ordine tra subprime e derivate per comprendere cosa possa essere andato storto e chi sia da incolpare.
Too Big to Fail (2011)
Difficilissimo, forse il film più completo e dettagliato ma anche il più complesso e meno accessibile al pubblico. Che poi è un’altra maniera per dire “non riuscito”. Con diversi grandi attori sottratti alla pensione (James Woods, William Hurt), Too Big to Fail si concentra sui tre mesi tra Agosto e Ottobre del 2008 facendo ordine negli eventi della crisi e cercando di adottare tutti i diversi punti di vista necessari.
Inside Job (2010)
Vincitore di un premio Oscar per il miglior documentario è stato anche tra i primi film sul genere ad uscire. Charles Ferguson divide tutto in capitoli, spiega con calma e utilizza realmente gli strumenti del documentario e del racconto audiovisivo per fare un racconto comprensibile di una realtà complessa e sfaccettata .