Schede e approfondimenti

Beni comuni: alcune definizioni

Il concetto di  beni comuni (“common goods”), in economia, indica originariamente quei beni quali le risorse naturali (acqua, la fauna, ecc.) esauribili, ma dal cui sfruttamento nessuno può essere escluso. I beni comuni sono anche definiti più precisamente come “beni di proprietà comune” – il che non va confuso con la proprietà pubblica, cioè dello Stato o altra istituzione pubblica. Per beni comuni non s’intendono solo le risorse naturali in quanto tali, ma anche i diritti collettivi d’uso, da parte di una determinata comunità, a godere dei frutti di quella data risorsa, diritti denominati usi civici. Ciò che contraddistingue sia i beni comuni sia gli usi civici è la particolare forma di proprietà e di gestione degli stessi, forma che è comunitaria, e che pertanto non è né pubblica né privata. Contrariamente a quanto si crede, gli usi civici e le terre collettive esistono ancora e sono importanti anche nei paesi industrializzati: in Italia, ad esempio usi civici e terre collettive ricoprono ancora un sesto del territorio nazionale.

Una seconda categoria di beni comuni comprende i beni comuni globali: l’atmosfera, il clima, gli oceani, la sicurezza alimentare, la pace, ma anche la conoscenza, i brevetti, Internet, cioè tutti quei beni che sono frutto della creazione collettiva. Questi beni solo recentemente sono stati percepiti come beni comuni globali, dal momento in cui sono sempre più invasi ed espropriati, ridotti a merce, recintati ed inquinati, e il loro accesso è sempre più minacciato.

Una terza categoria di beni comuni è quella dei servizi pubblici forniti dai governi centrali e locali  in risposta ai bisogni essenziali dei cittadini, bisogni che ovviamente variano nel tempo. Si tratta di servizi quali: erogazione dell’acqua, della luce, il sistema dei trasporti, la sanità, la sicurezza alimentare e sociale, tutela e conservazione  del verde pubblico (parchi, aree attrezzate, ambiente naturale, paesaggio…) ,  conservazione e fruizione del patrimonio culturale (musei, biblioteche, monumenti, architetture,..), l’amministrazione della giustizia.

Beni comuni urbani

Sono beni comuni quei beni, materiali, immateriali e digitali, che cittadini e amministrazione riconoscono essere funzionali al benessere individuale e collettivo, il cui arricchimento arricchisce tutti e il cui impoverimento impoverisce tutti.

Beni comuni: altre definizioni

Bene comune è un termine riferibile a diversi concetti. Nell’accezione popolare viene definito bene comune uno specifico bene che è condiviso da tutti i membri di una specifica comunità.

Wikipedia 

I beni comuni fondamentali, materiali e immateriali, sono patrimonio collettivo dell’umanità. Risorse collettive, cui tutte le specie hanno uguale diritto; sono pertanto il fondamento della ricchezza reale”.

Giovanna Ricoveri, economista e ambientalista

I beni culturali sono beni inclusivi, beni di tutti che non escludono nessuno, la cui intenzionalità è promuovere l’essere e l’agire di una comunità, in un rinnovato rapporto nel tempo e nello spazio. Una memoria non ridotta a gusto retrò che si esaurisce in un collezionismo o in un mero consumismo culturale. Beni culturali come segni e strumenti di un bisogno di città, luogo del vivere e del convivere in cui si intrecciano percorsi di vita, di lavoro, in cui si costruisce quel progetto di comunità tra radicamento sul territorio e coscienza di universalità. Il ruolo dell’ente locale deve essere quello di tenere insieme lo sviluppo di un progetto in divenire, facendosi interlocutore di tutte le realtà interessate a una città intesa non tanto (non solo) come spazio da utilizzare, ma come centro di trasformazione e luogo di ricerca di identità culturali in grado di recuperare la memoria del passato, ma anche di costruire prospettive nuove, visibili disegnate sul territorio.

Francesca Lazzari,  in Spazio pubblico. Declino, difesa, riconquista.  a cura di Fabrizio Bottini, ed. EDIESSE