Schede e approfondimenti
Analisi congiunturale: alcuni riferimenti per la ricerca e l’uso dei dati economici
L’analisi congiunturale è l’analisi delle caratteristiche e dell’evoluzione di un sistema economico nel breve periodo. Considera tanto le variabili reali quanto quelle monetarie, finanziarie e fiscali.
L’ipotesi fondamentale su cui si basa è che si possano distinguere:
- le componenti di fondo dell’evoluzione di un sistema (trend) da quelle di breve (ciclo)
- l’oggetto di indagine specifica
L’analisi congiunturale si basa sulla separazione tra le tendenze di fondo dell’economia (i trend) e le deviazioni da quest’ultima (le fluttuazioni cicliche). Nel lungo periodo l’economia tende a muoversi secondo modalità di equilibrio (il reddito cresce ai tassi potenziali; la disoccupazione e l’inflazione sono ai loro livelli naturali); nel breve periodo però shock esogeni (di domanda o di offerta) spostano reddito, disoccupazione ed inflazione dai loro livelli di equilibrio.
Le fluttuazioni cicliche possono persistere perché ci sono ritardi di adeguamento delle decisioni e vari tipi di rigidità nel sistema economico.
L’orizzonte temporale di riferimento per l’analisi congiunturale può essere mensile, trimestrale o annuale. Ciò dipende dagli scopi dell’analisi. La prospettiva sarà in genere:
- mensile (o anche più breve) per gli analisti finanziari;
- mensile per le autorità di politica monetaria;
- mensile, ma più frequentemente trimestrale, per l’evoluzione dei conti pubblici;
- trimestrale o annuale per la previsione macroeconomica.
I soggetti
Istituzioni internazionali
- FMI (World Economic Outlook, con possibili update)
- OCSE (Economic Outlook, con possibili update)
- Commissione UE (Economic Forecasts – Interim Reports)
- ISAE-IFO-INSEE (Euro-Zone Economic Outlook)
Istituzioni nazionali
- Governo (RPP e aggiornamenti, DPEF, Programmi stabilità)
- Banca d’Italia (Bollettino Economico)
- ISAE
- Confindustria e altre associazioni di categoria
Centri di ricerca privati
- Prometeia
- CGIA di Mestre
- CER
- Ref
- Banca Intesa San Paolo
- Unicredit
- EEAG-Cesifo
Finalità
- per i policy maker l’an. cong. fornisce indicazioni sulla direzione e sui tempi in cui muoversi, soprattutto in una prospettiva forward looking
- per il Governo l’an. cong. fornisce indicazioni importanti sulla possibilità di rispettare i traguardi previsti in termini di deficit e quindi sull’opportunità di adottare manovre aggiuntive in corso d’anno
- per gli operatori finanziari l’an. cong. fornisce utili indicazioni sulla possibile evoluzione dei prezzi delle attività finanziarie, segnalando quindi opportunità di profitto da sfruttare
La struttura tipica di un rapporto congiunturale presenta una suddivisione in sezioni che raccolgono le variabili di interesse:
1. Economia internazionale (è la conseguenza della sempre maggiore interdipendenza reale e finanziaria tra economie aperte)
Le variabili di maggiore interesse esaminate (che diventano le esogene nell’analisi congiunturale interna) sono:
- Il commercio mondiale
- Il prezzo del petrolio
- Il tasso di cambio euro/$ (e altri tassi di cambio significativi: Yuan. Yen, Sterlina, …)
- L’inflazione mondiale, ma soprattutto europea
- I tassi di interesse internazionali, ma soprattutto della UEM (Unione Monetaria Europea, politica monetaria della BCE)
- Le tendenze della finanza pubblica
Il commercio mondiale, insieme ai tassi di cambio reali, serve ad individuare la dinamica delle esportazioni. Spesso il commercio mondiale viene ottenuto come somma ponderata dei flussi di esportazione e di importazione delle varie aree (USA, UEM, AL, Asia, Europa dell’Est, …).
In tal modo si richiede un’analisi preliminare dell’evoluzione congiunturale delle varie aree.
In tale contesto l’analisi delle tendenze USA riveste un ruolo cruciale, dato il peso dell’economia americana sul commercio mondiale (circa 1/3).
Il prezzo del petrolio, oltre ad influire sull’andamento del commercio mondiale, ha riflessi fondamentali sulla dinamica dell’inflazione.
Il tasso di cambio euro/$ influisce sul prezzo in valuta domestica del petrolio e, insieme ai prezzi relativi, sulla competitività delle esportazioni.
I tassi di interesse internazionali possono influire sui tassi domestici e quindi sul costo del denaro e la dinamica degli investimenti.
2. Economia nazionale
3. Quadro macro (PIL, domanda e offerta)
4. Mercato lavoro
5. Finanza pubblica
6. Variabili monetarie e finanziarie
Le variabili significative
- La variabile fondamentale di riferimento è naturalmente costituita dal PIL, che rappresenta l’indicatore sintetico più utilizzato per descrivere la situazione complessiva dell’economia e la sua evoluzione temporale.
- Coerentemente con gli schemi di contabilità nazionale, si esaminano poi la domanda e l’offerta aggregata, distintamente per le varie componenti (con particolare attenzione alla produzione industriale)
- All’interno della domanda aggregata, particolare attenzione viene dedicata all’evoluzione degli scambi con l’estero, della bilancia dei pagamenti e del corso dei cambi (riflessi su esportazioni e importazioni)
- Segue in genere una trattazione del mercato del lavoro (forze di lavoro, occupazione, tasso di disoccupazione).
- Segue poi un’analisi delle tendenze della finanza pubblica. Al riguardo si tengano presenti i nessi bidirezionali tra ciclo e conti pubblici: il ciclo influenza la fin.pub. Attraverso gli stabilizzatori automatici; a loro volta politiche fiscali pro o anti-cicliche influenzano la congiuntura
- L’analisi di norma si conclude con uno studio delle variabili monetarie e finanziarie in senso lato: inflazione, tassi di interesse, curve dei rendimenti, dinamica della moneta e dell’intermediazione finanziarie, evoluzione dei mercati mobiliari e a volte immobiliari per prevedere i possibili orientamenti futuri della politica monetaria e le possibili variazioni dei tassi di interesse di riferimento, le quali, a loro volta, hanno riflessi evidenti sulla dinamica ciclica.